Un semplice esame ematico può darci moltissime informazioni sul nostro stato di salute. Quando è utile farlo e come prepararsi al meglio per il prelievo
Il sangue, universalmente considerato simbolo di vita, nell’attuale medicina è una preziosissima fonte di informazioni che viene spesso utilizzata per verificare il nostro stato di salute. In realtà ciò accade già dai nostri primi vagiti.
Grazie a un test effettuato su qualche goccia di sangue prelevata dal tallone del neonato, infatti, è possibile effettuare uno screening che permette di identificare l’eventuale presenza di una trentina di malattie congenite tra le quali, ad esempio, malattie metaboliche come l’ipotiroidismo congenito, la fenilchetonuria e la fibrosi cistica. Una diagnosi precoce può evitare gravi danni permanenti e salvare delle vite.
La grande importanza fisiologica del sangue fu riconosciuta già tra la metà e la fine dell’800 dai clinici del tempo che gli attribuirono sempre più un ruolo da protagonista “in tutti i processi morbosi del corpo”1.
L’utilità dei cosiddetti “esami del sangue” si spiega facilmente considerando la sua struttura e, soprattutto, le sue funzioni.
Il sangue: un tessuto composito
Questo prezioso fluido rosso è composto una parte liquida (il plasma) nella quale viene trasportata la parte corpuscolata, detta anche cellulare perché costituita appunto da vari tipi di cellule che un po’ tutti abbiamo imparato a conoscere sui referti dei laboratori: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Questi elementi rappresentano essenzialmente le tre funzioni principali del sangue, quella di trasporto dell’ossigeno (globuli rossi), di difesa dell’organismo dagli agenti esterni (globuli bianchi) e di riparazione delle ferite (piastrine).
La funzione di trasporto è peraltro peculiare della parte liquida che ha come compito principale quello di far viaggiare all’interno del nostro corpo non solo le cellule del sangue, ma numerosissimi altri elementi. Ormoni, proteine, enzimi, minerali e glucosio raggiungono così i vari distretti dell’organismo e, nello stesso modo, sono allontanate dai vari organi le sostanze di scarto.
Tutto passa dal sangue
È per questo che nel sangue possiamo trovare tante informazioni. In questo tessuto troviamo centinaia di sostanze diverse, ognuna delle quali legata a uno o più processi metabolici indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo.
Per questo il medico potrebbe suggerirvi di effettuare delle analisi del sangue. Anche se ci sentiamo perfettamente in forma, effettuare un check-up ematico può confermare questa percezione o segnalarci una “spia rossa” da approfondire.
Ci sono tante situazioni asintomatiche che possono essere scoperte con un semplice test, contribuendo a evitare problemi futuri. Molti medici consigliano di sottoporsi a un controllo di routine almeno ogni due-anni fino ai 40 anni, e una volta all’anno dopo questa età. Solo così si possono scoprire, in assenza di sintomi, piccole carenze nutrizionali, disfunzioni epatiche o renali o livelli di colesterolo ai limiti di guardia.
Quali analisi
Gli esami del sangue sono un’indagine clinica e quindi è sempre il medico che deciderà quando prescriverle e quali analisi far eseguire al proprio paziente.
In linea di massima un test di controllo, come abbiamo visto, consente di monitorare le condizioni di salute generali, ma la maggior parte delle analisi vengono effettuate per confermare (o scongiurare) un preciso sospetto diagnostico come la presenza di un’infezione, la corretta funzionalità epatica o renale, la presenza di rischio cardiovascolare o di malattie metaboliche e via dicendo.
A seconda del dubbio diagnostico il medico individuerà quali esami prescrivere tra le centinaia di analisi e dosaggi ematici che oggi è possibile effettuare.
Il prelievo
Gli esami del sangue vengono effettuati tramite il prelievo di sangue venoso che viene effettuato nei laboratori (pubblici o privati) generalmente nelle prime ore della giornata.
In considerazione dell’enorme varietà di analisi che è possibile effettuare non esistono delle regole di comportamento che vadano bene in ogni occasione.
Anche la classica raccomandazione, nota un po’ a tutti, di affrontare il prelievo “a digiuno” in realtà non è sempre sostenuta da un fondamento scientifico.
Sempre a digiuno?
Sottoporsi a un prelievo del sangue a digiuno significa che nelle 8 ore precedenti non si deve mangiare né bere nulla (tranne l’acqua). Questo perché il cibo e le bevande vengono assorbiti nel sangue e possono alterare alcuni parametri.
Tuttavia, il digiuno è relativo e dipende dal parametro che si desidera analizzare. Nel caso di un emocromo, ad esempio, non è richiesto visto che i risultati non sono influenzati dall’assunzione di cibo o bevande.
Digiuno di almeno 8 ore invece, per valutare i valori glicemici e per il dosaggio dell’insulina e del peptide C (altro marcatore «sensibile» alle oscillazioni della glicemia) Classicamente per i livelli di colesterolo e trigliceridi è consigliato un digiuno di circa 10 - 12 ore. La stessa Società Europea dell’Aterosclerosi in una comunicazione pubblicata sull’European Heart Journal considera superfluo il digiuno ritenendo non clinicamente significativo l’incremento dovuto a un normale pasto consumato da 1 a 6 ore prima dell’analisi2.
Altri accorgimenti
È chiaro, quindi, come non ci sia un’unica indicazione valida per tutti gli esami. E il digiuno non è l’unico parametro da considerare per prepararsi a un prelievo.
Se, per esempio, gli esami richiesti dal medico riguardano i livelli ematici di ormoni «sensibili» all’iperattività e allo stress come adrenalina, o cortisolo è importante che il paziente giunga in ambulatorio ben riposato e sia messo il più possibile a suo agio. In questi casi anche la stessa paura dell’ago potrebbe influire sui valori ormonali.
In alcuni casi può anche essere necessario evitare l’attività fisica già dalla sera prima. Soprattutto se si pratica attività sportiva in maniera occasionale, infatti, alcuni valori enzimatici come la lattato deidrogenasi (LDH) e creatinchinasi (CK) potrebbero risultare alterati.
Evitare il “fai da te”
Le analisi del sangue dunque possono fornirci moltissime indicazioni sulla nostra salute e costituiscono un esame diagnostico semplice e poco invasivo. Non ci sono, come abbiamo visto, regole valide per qualsiasi tipo di analisi.
Nonostante questi esami siano ormai divenuti “di routine” è sempre consigliabile, soprattutto se non si è certi del comportamento da tenere, chiedere spiegazioni e consigli al proprio medico curante o affidarsi al laboratorio d’analisi di fiducia.
(di Mario Maffei)
1 “Attesa la grande significazione fisiologica che ha il sangue (…) è facile intendere che ad esso s’attribuisca una parte singolarmente importante in tutti i processi morbosi del corpo.” Da: Eichhorst E. Manuale dei metodi fisici di esame (o di semeiotica) delle malattie interne. Milano: Francesco Vallardi, 1889. (Seconda traduzione italiana sulla terza edizione tedesca)
2 European Heart Journal, Volume 37, Issue 25, 1 July 2016, Pages 1944–1958, https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehw152